Siamo spinti infatti da più parti a appartenere a una qualche comunità: stare in una squadra sportiva, la compagnia per le uscite la sera, il club del libro, il gruppo del fantacalcio…Non è, però, sempre facile trovare un buon equilibrio con il gruppo: parlo, cioè, della difficoltà a scendere a patti tra l'essere sé stessi e ciò che il gruppo ti richiede di fare.
Intendo dire che possiamo esserne più o meno consapevoli, ma all'interno dei gruppi ci sono una serie di pressioni sociali che ti spingono a comportarti in un certo modo.
Questo accade fin da quando siamo piccoli.
Se tutti avevano il bomber, allora volevi anche tu il bomber, oppure quella marca di scarpe, o il motorino.
Oggi è così per lo smartphone o per la console.
Una volta che cresciamo, la dinamica non cambia più di tanto.
Se cedi alle richieste del gruppo, allora il gruppo ti vede sotto un occhio migliore, e magari acquisisci al suo interno uno status più importante, così il gruppo ti offre un'accoglienza più calorosa e una protezione maggiore.
Questo però può portarti anche a vivere un conflitto interiore, perché magari il gruppo ti spinge a fare una cosa che tu non vorresti fare.
“Oh, allora: tutti al concerto di Olly, va bene?”
“Olly?…e che io ho già preso i biglietti per Giorgia…”
Allora, non fare ciò che tu vorresti fare ti permetterebbe di inserirti maggiormente nel gruppo.
Invece, se tu fai quello ce tu vuoi, ma che non è conforme al gruppo, allora slitti in una posizione periferica.
Da una parte cercare appartenenza è comprensibile; ma dall'altra, se cerchi sempre e soltanto appartenenza “a tutti i costi”, metti a repentaglio il tuo vero io.
Prova a farci caso:
quante volte hai deciso di tenere la bocca chiusa pur di continuare ad appartenere a un gruppo? Oppure quante volte hai annuito davanti a un'idea che veniva espressa nel gruppo, ma nella quale tu non ti rivedevi, pur di non essere considerato quello strano?
Con questo non voglio dirti che devi essere sempre e a tutti i costi polemico con il gruppo.
È solo un modo per farti riflettere sul fatto che, se per avvicinarti a un gruppo, prendi le distanze dal tuo vero io, forse sul breve termine, stai guadagnando una sensazione di sicurezza, ma in realtà sul lungo termine stai rinforzando una tua debolezza.
Quindi il punto diventa riuscire a essere noi stessi senza doverci distinguere a tutti i costi, ma allo stesso tempo senza doverci appiattire alla volontà del gruppo.
Da dove iniziare? 🤔
Oggi vediamo 5 idee a questo proposito.
1. La prima idea è che qualsiasi cosa farai o non farai, verrai giudicato. Prendi il tema del giudizio come qualcosa di strutturale al gruppo e al gioco delle dinamiche che ci sono tra le persone, MA non permettere che il giudizio ti paralizzi. Le persone avranno un’opinione su di te a prescindere da quello che fai, ma tu non puoi permettere che quell’opinione decida per te cosa fare o cosa no.
L’unico modo per evitare le critiche è non dire niente, non fare niente e stare lì, zitto, fermo, immobile?
Ti giudicheranno ugualmente.
Quando realizzi che non puoi costruire la tua autostima su quello che le persone dicono o pensano di te, allora sei sulla strada giusta. Sarà più facile trovare te stesso e più andrai avanti con l’età e con l’esperienza, più avrai chiaro quello che sei.
2. La seconda idea è riassumibile nella frase “diverso gruppo, diverso te". Se sei in mezzo al gruppo e ti senti in difficoltà, se non riesci ad adattarti, prova a riflettere sul livello rispetto al quale ti senti un po' sfasato.
A livello fisico, a livello emozionale o a livello intellettuale?
È molto difficile, infatti, trovare un gruppo all'interno del quale tu possa sentirti allineato su tutti e 3 questi livelli.
Puoi allora cercare di ragionare in modo da trovare un gruppo per ognuno di questi livelli. Questo ti permette di avere la sicurezza di mostrare diverse parti di te in diversi contesti. Puoi benissimo disquisire di questioni filosofiche con gli amici del giovedì sera, e invece, scassarti di birra con gli amici del pub del sabato sera.
Possiamo sentirci intellettualmente stimolati da un gruppo ed emotivamente coinvolti da un altro.
È bene mettere a fuoco questa cosa anche per noi, per non coltivare delle aspettative sbagliate rispetto alle persone che ci stanno vicino.
3. Il terzo punto è lavorare per sviluppare una buona consapevolezza di te: dei tuoi punti di forza e dei tuoi punti di criticità.
Le criticità, cioè le debolezze non sono tali se tu ne prendi atto e capisci che cosa poter fare per prendertene cura e per poterle migliorare.
Al giorno d’oggi siamo portati a nascondere le nostre debolezze agli altri ma, in questo modo, spesso le nascondiamo anche ai nostri occhi. Facendo così ovviamente ci togliamo la possibilità di poterle curare.
Così come è importante lavorare sulle debolezze, è importante lavorare anche sui propri punti di forza, senza ovviamente per questo mostrarsi arroganti.
4. Il quarto punto è quello di interrogarti quotidianamente sui tuoi valori.
È importante che tu conosca molto bene i tuoi valori e che tu lavori, giorno dopo giorno per poterli articolare di più. Uno degli strumenti più potenti a questo proposito è proprio quello di leggere; quando tu leggi ti confronti con delle idee, magari anche differenti dalle tue, ma in un ambiente protetto. E proprio perché quell'ambiente è protetto ti senti anche libero di cambiare idea, in quanto gli altri non vedono che tu la cambi; quindi ti senti meno giudicato.
Il concetto è che più noi riflettiamo e ragioniamo su una nostra idea, più questa si perfeziona e diventa potente; ed è anche interrogandoci sui nostri valori e sulle nostre credenze, che noi riusciamo ad acquisire maggior fiducia in noi stessi.
Il quinto e ultimo punto riguardano il monitorare ciò che tu pensi degli altri.
Perché? 🤔
Perché non devi cadere nel tranello per cui, per sentire di avere valore, giochi a buttare fango sugli altri.
Essere arroganti non significa avere fiducia in sé stessi. Quindi non costruire la tua torre sulle spalle di qualcun altro, buttando giù qualcun altro.
Magari può farti sentire più forte, ma quella in realtà è una debolezza.
🚨RICORDA: Lavora su di te, e non sugli altri, per costruire la tua autostima.
Grazie
Grazie Giada, come sempre sei eccezionale
Dani