INIZIARE A PRENDERSI CURA DI SÉ
- Giada Valmonte
- 8 mag
- Tempo di lettura: 4 min

Cari amici, care amiche, avete presente una margherita?
Dovete sapere che la margherita, tramite il suo stelo, è radicata nella terra. Dallo stelo le arriva nutrimento e, a mano a mano che cresce, sviluppa i suoi petali, ognuno dei quali è collegato con il centro del fiore che è fatta dal polline.
Oggi, attraverso la metafora del fiore, utilizzeremo uno strumento col fine principale di guidarvi verso una maggiore consapevolezza e di mostrarvi come si può migliorare il benessere a 360 gradi.
Perché però uso la metafora del fiore?
Perché noi, come la margherita, abbiamo un'unità centrale che corrisponde alla nostra identità e quindi a chi siamo.
Intorno alla nostra identità troviamo alcune dimensioni, quindi i nostri petali, che comunicano tra loro e che contribuiscono in realtà a definirla in quanto tale. Queste dimensioni riguardano: la dimensione fisica, nutrizionale, spirituale, relazionale, emozionale, intellettuale e contestuale.
Ma cosa sono queste dimensioni e come facciamo a coltivarle?
Ve lo spiego subito.
Partiamo dal sé fisico, che riguarda la dimensione della corporeità. Uno dei modi principali per occuparcene è quello banalmente di muoverci, passeggiare, seguire corsi di yoga, fare giardinaggio, ballare, insomma, tutto ciò che mette in moto e stimola positivamente il nostro corpo.
Inoltre, affinché questo sia efficiente, è fondamentale occuparci della sua corretta nutrizione. Ecco perché parliamo allora anche di sé nutrizionale di cui possiamo prenderci cura tramite una dieta equilibrata, un buon livello di idratazione e la riduzione del cibo spazzatura.
Passiamo poi al terzo petalo, quello del sé spirituale, che ha a che fare con la cura della nostra parte più profonda. Non sto cercando di persuadervi necessariamente a un approccio religioso alla vita e nemmeno di farvi rapire da qualche santone new age, semplicemente vi invito a riconoscere che noi non siamo fatti soltanto di muscoli e ossa.
Lo sviluppo della nostra interiorità passa attraverso una riflessione di chi si è, di cosa ci fa sentire vivi e cosa ci fa sentire in armonia con noi stessi, con gli altri, con il mondo. A questo scopo possono rivelarsi molto utili la meditazione e/o il contatto con la natura.
Abbiamo poi l'altro petalo che è quello della dimensione relazionale.
Siamo degli animali sociali, degli animali relazionali e abbiamo bisogno dell'altro, tanto che l'assenza di relazioni o il mantenimento di quelle tossiche preclude il nostro benessere, il nostro equilibrio e il fiorire di quello che è il nostro potenziale. Cos'è che fai allora per prenderti cura delle tue relazioni? Dedichi tempo di qualità alle persone cui vuoi bene o che desideri magari avere nella tua vita.
La cura del sé emotivo riguarda invece il come ci occupiamo di ciò che proviamo e questo implica da un lato coltivare attivamente delle esperienze che ci permettano di sperimentare emozioni piacevoli, dall'altro lato è importante mettersi in ascolto anche delle emozioni più ingombranti, evitando di cadere nella trappola per cui basta non pensarci per poter stare meglio.
Le emozioni represse infatti inevitabilmente prima o poi tornano a galla. Ecco perché è importante prendersene cura, ad esempio attraverso la scrittura o, se necessario, tramite magari l'aiuto di uno psicologo.
Abbiamo poi il petalo del nostro sé intellettuale, che può essere stimolato trovando modi per sfidare e stimolare appunto la mente. Questo può includere inseguire una carriera che ti piace particolarmente, oppure leggere un libro o ascoltare conferenze per sviluppare nuovi pensieri, punti di vista e nuove idee, frequentare un corso di lingua, impegnarti ad apprendere una nuova abilità. Questo solo per fare chiaramente alcuni esempi.
Infine c'è il petalo del sé contestuale. Hai mai notato che le persone depresse trascurano non soltanto se stesse, ma anche l'ambiente nel quale fisicamente vivono? Magari hanno delle stanze poco illuminate, un caos che regna sovrano, scarsa pulizia. Tutto questo contribuisce a peggiorare in realtà poi anche l'umore. Viceversa, aggiungere del profumo o dei fiori in casa, dipingere i muri di una stanza, così come anche visitare una galleria d'arte, un bel parco, rappresentano la cura del nostro stile contestuale. Sono cioè delle esperienze che ci permettono di mantenere alto il tono dell'umore e di controbilanciare i momenti di stress.
Bene, ora che abbiamo una panoramica della nostra margherita del benessere, vediamo l'uso nella pratica di questo strumento.
Il mio suggerimento è quello di stampare un fiore e appenderlo in un luogo strategico, cioè un luogo dove per forza di cose lo vedrai spesso. Oppure puoi salvarlo sul cellulare in modo da averlo spesso sotto gli occhi e poterlo utilizzare in qualsiasi momento.
Puoi utilizzare il fiore del benessere quotidianamente anche se senti che la tua vita sta andando per il meglio; chiaramente potrai percepire il massimo della sua utilità ed efficacia nelle situazioni in cui ti ritrovi a porti di domande del tipo come mai non mi sento felice, perché non mi sento soddisfatto, com'è che posso prendermi un po' di più cura di me.
A volte la risposta parte proprio da noi e quindi fermati a riflettere su quali dei tuoi sé tendi a concentrare maggiormente la tua attenzione, per poi invece entrare nel merito di quali sono i petali a cui ti sei dedicato di meno nel corso del tempo.
Una volta preso atto di questo, parti dagli spunti che ti ho fornito e fai una piccola azione ogni giorno che vada nella direzione di nutrire poco alla volta una parte del tuo sé.
E se ti va fammi sapere come va!
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