PENSIERI NEGATIVI: POSSIAMO COMBATTERLI O ELIMINARLI?
Parliamo di pensieri negativi e di come a volte ci facciamo trasportare da questi.
Prendiamo l’esempio di Luca. Luca è davanti allo specchio e si sta preparando per uscire. Nella sua testa risuonano diversi pensieri, tra cui: non piaccio a nessuno, sono un fallito, sono inutile.
Notando questi pensieri, si spaventa e comincia a dedicare loro tutta la sua attenzione, finendo così per pensare solo a quelli e non godendosi l’uscita con gli amici. Ciò che accade a Luca può accadere a chiunque; il motivo è che il nostro cervello è costruito in modo da presentarci continuamente diversi pensieri, come fossero auto che scorrono su una strada ed è anche fatto in modo da farci notare maggiormente quelli negativi.
Questa caratteristica ci ha permesso, in passato, di riconoscere e quindi evitare molto in fretta i potenziali
pericoli. In questo modo la nostra specie è sopravvissuta nel corso dei secoli; ma oggi i pericoli da cui il cervello ci mette in guardia sono altri: perdere il lavoro, prendere una multa e altre mille preoccupazioni quotidiane.
Così trascorriamo un sacco di tempo a preoccuparci di cose che il più delle volte non si verificano mai. I pensieri che facciamo comprendono tante cose: opinioni, desideri, cose che abbiamo sentito alla radio quel giorno ma anche cose che ti dicevano quando eri bambino o bambina e che poi si sono trasformati in pensieri ricorrenti.
Un esempio è quello di Marica.
Marica soffriva di depressione e da anni lottava con alcuni pensieri negativi. Era cresciuta con una madre che l’aveva sempre criticata e denigrata e quegli insulti che provenivano dall’esterno si erano trasformati in pensieri negativi: “Sono grassa” “Sono brutta” “Nessuno vorrà mai starmi vicino”.
Ogni volta che le venivano in mente, scoppiava in lacrime. Marica è poi riuscita a superare questi pensieri, poi vedremo come.
Potremmo dire che i pensieri sono “storie”, non rappresentano la realtà assoluta.
Una stessa situazione può determinare pensieri molto diversi tra loro, prendiamo l’esempio di Luigi.
Luigi ha vinto una grande somma alla lotteria.
Potrebbe pensare:
Evviva! Finalmente ho la possibilità di fare quel viaggio che ho sempre sognato!
Oppure
E se mi derubassero? Ora forse sono in pericolo... meglio che esca di casa il meno possibile
Oppure
Ora che ho vinto questa somma come farò a sapere chi sono i veri amici e chi vuole solo approfittarsi di me?
In questo esempio vediamo come una stessa situazione può attivare tanti pensieri diversi, il problema nasce quando reagiamo a questi come se fossero la verità assoluta.
Questo fenomeno prende il nome di FUSIONE COGNITIVA. Fondere significa unire o mescolare. Immagina due lamine di metallo che vengono fuse insieme così da non poter essere separate. Ecco, spesso situazione e pensiero vengono fuse insieme e le persone si comportano come se fossero una cosa sola.
Quando siamo in uno stato di fusione cognitiva ci potrebbe sembrare che:
- I pensieri sono la realtà, ciò che pensiamo sta accadendo qui e ora I pensieri sono importanti, li prendiamo seriamente e gli prestiamo tutta la nostra attenzione;
- I pensieri sono la verità, ci fidiamo totalmente;
- I pensieri sono ordini, gli obbediamo in modo automatico;
- I pensieri sono saggi, crediamo ne sappiano più di noi;
- I pensieri possono essere una minaccia, alcuni ci spaventano e sentiamo il bisogno di liberarcene.
Facciamo un esempio di un pensiero che potrebbe farci paura.
Tommaso racconta che ogni tanto, mentre guida, gli passa per la testa un pensiero spaventoso:
non sterzare e tirare dritto quando è in procinto di una curva.
Eppure lui spiega di non voler mettere fine alla sua vita! Nonostante questo, il pensiero lo spaventa.
Cosa succede nella mente di Tommaso?
Questo è un esempio di come il cervello ti faccia notare i pensieri negativi con l’obiettivo di proteggerti da eventuali pericoli.
Quindi, niente di cui preoccuparsi. Anzi, in teoria potremmo addirittura dire in questo caso “Grazie, mente!”
Tornando alla fusione cognitiva, tutti avremo sperimentato almeno una volta cosa significa avere alcuni pensieri che ci martellano e che noi non vogliamo!
Questo fenomeno è spiegato molto bene dalla metafora del libro.
Prendi un libro e immagina che rappresenti i pensieri con cui spesso ti trovi a lottare.
Ora ti chiedo di metterlo davanti al tuo viso.
Ora, com’è cercare di guardare ciò che era prima davanti a te? Ci riesci?
Immagino di no.
Tenendo quel libro stretto davanti al tuo viso finisci per essere distante e scollegato dal mondo e dalle persone vicine a te.
Ora ti chiedo di poggiare il libro contro un muro, sempre all’altezza del viso, e di spingere il libro via da te in modo che non cada. Questo rappresenta il modo in cui cerchi di far andare via questi pensieri sforzandoti.
Li stai tenendo a distanza, ma qual è il costo? Come stanno le tue spalle? Forse adesso non ti fanno ancora male, ma come sarebbe se rimanessi così un giorno intero?
Saresti esausto! Ecco, lo stesso accade quando ci sforziamo di allontanare i nostri pensieri.
Infine, ti chiedo di sederti e di posare il libro sulle tue gambe.
Ora riesci a vedere il mondo intorno a te e non stai facendo sforzi.
Tu potresti controbattere che quei pensieri sono sempre lì sulle tue gambe, e tu non li vuoi!
Questo è comprensibile, ma scommetto che hai già provato tutti i modi possibili per allontanarli.
Forse questo funziona per un po’, ma il costo per te è molto grande e in ogni caso tornano!
Il punto non è eliminare i pensieri negativi, ma diminuire in modo importante l’impatto che hanno su di te. In questo modo potresti finalmente dedicare le tue energie a fare cose per migliorare la tua vita.
Piuttosto che chiederci se un pensiero è vero oppure no, potremmo chiederci: mi è utile oppure no? Mi aiuta a raggiungere i miei scopi o non mi serve?
La possibilità di fare un passo indietro e non essere più trascinato dai pensieri negativi si chiama DEFUSIONE COGNITIVA.
Vediamo insieme alcuni modi per facilitare la defusione.
1. Richiama alla mente un pensiero che ti disturba, per esempio “io sono un incapace” o qualsiasi altra cosa. Concentrati su di esso per qualche secondo. Poi prendi quel pensiero e mettici davanti la frase “Sto avendo il pensiero che…”.
Nota cosa succede.
Infine prendi l’ultima frase e aggiungi NOTO CHE sto avendo il pensiero che sono ****.
Nota cosa succede.
Questo semplice esercizio ci consente di distanziarci dal pensiero che stiamo avendo, ricordandoci che non è la realtà assoluta.
2. La tecnica delle voci ridicole Se sei fan di Harry Potter conoscerai la magia “Ridiculus”; questa
tecnica è molto simile.
È molto adatta per chi tende spesso ad autocriticarsi. Trova un pensiero negativo che rivolgi verso te stesso o te stessa e concentrati su di esso per qualche secondo. Poi scegli un personaggio di fantasia con una voce buffa (come Topolino, Paperino, Gollum o chiunque altro) e prova a sentire nella tua mente quel pensiero con quella voce.
Nota l’effetto che fa.
Ripeti più volte l’esercizio.
Questa è la tecnica che ha aiutato Marica, la ragazza dell’esempio precedente, a non prendere più sul serio i pensieri negativi. Se all’inizio quando le venivano in mente quei pensieri in seduta scoppiava in lacrime, successivamente non riusciva più a prenderli sul serio e al massimo le veniva da sorridere.
I pensieri non scomparvero ma persero completamente il potere che avevano su di lei, aiutandola a guarire dalla depressione.
In conclusione, l’idea di potersi liberare dei pensieri negativi è pura fantasia.
RICORDA: non è il fatto che un pensiero compaia oppure no a determinare chi siamo o cosa facciamo nel mondo.
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