LA NOCE DI COCCO CHE CI TIENE PRIGIONIERI
- Giada Valmonte
- 5 minuti fa
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Cosa non riesci a lasciare andare?
C’è una storia molto interessante che racconta di alcuni cacciatori che usano una trappola ingegnosa per catturare le scimmie: prendono una noce di cocco, le fanno un foro, ci mettono dentro un frutto e la legano a un albero.
Il foro è abbastanza grande da permettere alla scimmia di infilare la mano, ma non abbastanza da far uscire il pugno chiuso che stringe il bottino.
La scimmia arriva, vede il frutto, infila la mano, lo afferra.
Ma quando prova a tirarla fuori, non riesce.
Potrebbe liberarsi in un secondo, basterebbe aprire la mano e lasciar andare.
Eppure non lo fa: resta lì, intrappolata, mentre il cacciatore si avvicina.
Non sono solo le scimmie
Sorridiamo, ma a pensarci bene lo facciamo anche noi.
Restiamo aggrappati a qualcosa che non funziona più — un’idea, una relazione, un rancore, un “dovrebbe” — e ci convinciamo che mollare significherebbe perdere.
Così restiamo lì, stretti alla nostra noce di cocco, bloccati e stanchi.
In psicologia lo chiamiamo attaccamento o resistenza al cambiamento, ma nella vita di tutti i giorni si manifesta come:
“Non posso lasciarlo, dopo tutto quello che abbiamo passato.”
“Se cedo io, perdo.”
“Deve capire, non posso far finta di niente.”




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