PERCHÈ RIPETO SEMPRE GLI STESSI ERRORI) LA TUA RISPOSTA È NEI TUOI SCHEMI (Parte 4)
- Giada Valmonte
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min

Ciao!
Negli scorsi articoli abbiamo esplorato i cinque grandi “domini” degli schemi maladattivi: quelle strutture profonde che si formano quando, da piccoli, alcuni bisogni emotivi fondamentali non vengono soddisfatti.
Abbiamo visto come gli schemi influenzano il modo in cui pensiamo, sentiamo, reagiamo — spesso senza che ce ne rendiamo conto.
Ma ora viene la domanda più importante: si possono cambiare questi schemi? E se sì, da dove si comincia?
✨ Cambiare si può, ma serve tempo (e gentilezza)
Gli schemi maladattivi precoci non sono semplici pensieri negativi. Sono come lenti invisibili attraverso cui interpretiamo la realtà. Si formano nei primi anni di vita, si radicano in profondità, e si attivano proprio nei momenti in cui ci sentiamo più vulnerabili.
Per esempio:
Chi ha uno schema di abbandono, magari oggi si agita moltissimo se il partner risponde in ritardo ai messaggi — ma da bambino si è sentito trascurato o ha vissuto separazioni improvvise.
Chi ha uno schema di autosacrificio continua a dire “sì” agli altri anche quando è stremato — ma da piccolo ha imparato che l’amore arriva solo se si è bravi e accomodanti.
Chi ha uno schema di fallimento rinuncia a candidarsi per un lavoro che desidera davvero — perché interiormente sente di non essere “abbastanza”, proprio come veniva fatto sentire a scuola o in famiglia.
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