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Immagine del redattoreGiada Valmonte

QUANDO LA FORZA DI VOLONTÀ NON BASTA


Quante volte hai provato a modificare una cattiva abitudine e poi ti sei ritrovato al punto di partenza?

…la dieta la inizio domani…domani smetterò di fumare…lunedì inizio ad andare in palestra…

se ci pensi, come puoi pensare che una cattiva abitudine che ti porti dietro da anni scompaia dal cervello di punto in bianco?

Inoltre, spesso si pensa che la cosa più difficile sia iniziare e che poi da lì sia tutto in discesa ma anche questo non è vero o comunque non è detto. Può succedere che stasera mi impongo di non crollare sul divano e mangiare junk food e di andare in palestra, posso ripeterlo anche domani, forse riesco ad essere disciplinata tutta la settimana ma poi, alla lunga, nella maggior parte dei casi, le abitudini vincono contro la motivazione e finiremo a rimettere in campo quella cattiva abitudine.

Ma perché tutto questo? Dove va a finire la forza di volontà??


Quando ci sentiamo eccessivamente stanchi, ansiosi e stressati la nostra forza di volontà, che è un po’ come se fosse la nostra benzina cerebrale, va in riserva e non ne abbiamo più a sufficienza per sostenere ulteriori sforzi.
Infatti la nostra forza di volontà non è inesauribile ma, proprio come la benzina, ogni tot dobbiamo fare il pieno.
Ed ecco, perciò, che l'arma della forza di volontà come unico strumento per combattere le cattive abitudini sul lungo termine risulterà inefficace.

Oggi ti fornisco due suggerimenti per far sì che la forza di volontà possa avere qualche chance in più di vincere questa partita:

il primo è cedi e presta attenzione!

Lo so, è paradossale; torniamo alla nostra metafora tra forza di volontà e benzina cerebrale. Immaginiamo che questa benzina venga raccolta in un serbatoio; il serbatoio è la nostra corteccia prefrontale che è la sede delle funzioni cognitive (attenzione, memoria, ecc…).

MA non c’è solo la forza di volontà!

Il nostro cervello ha anche una specie di database; possiamo paragonarlo a un computer di bordo, ovvero la corteccia orbito frontale. Quest’area cerebrale, tra le varie funzioni, ha quella di memorizzare le attività piacevoli svolte in passato che ci hanno, perciò, generato delle sensazioni positive guidandoci nelle nostre scelte. Ovvero, quando finisce una giornata di lavoro e sei stanco e stressato, la corteccia orbito frontale ti ricorda subito quanto bene potresti stare in quel momento di stress se soltanto ti dirigessi a casa e ti svagassi un po’ sul divano con Netflix e con un bel trancio di pizza. Ovviamente, nel frattempo, la corteccia prefrontale non riesce ad esserti d’aiuto perché è già in riserva di benzina, ovvero ha finito la forza di volontà disponibile da darti per contrastare tutto questo. Di conseguenza, nell'eterna lotta tra ozio-attività, la partita finisce Netflix 1 e palestra 0.

A meno che non interveniamo!


Il suggerimento è, anziché stare lì a ingaggiare una lotta nel tuo dialogo interiore sul perché dovresti andare in palestra invece che stare sul divano, potresti prendere in considerazione l'idea di cedere alla tentazione.

MA a una condizione:

Presta attenzione alle tue sensazioni, a come ti senti, a quello che percepisci, a quali emozioni emergono!
Potrebbe emergere un certo rammarico per il fatto che hai saltato un allenamento che avresti dovuto fare, o un pungente senso di colpa per il fatto che hai disdetto la lezione con il personal trainer, un intenso dispiacere per aver messo da parte ancora una volta i tuoi obiettivi.
Per quanto difficile e spiacevole, quello che ti suggerisco di fare è proprio quello di entrare in contatto con queste emozioni, invece di lasciarle cadere come probabilmente la maggior parte delle volte fai o, peggio ancora, metterle a tacere.

Questo è un modo funzionale per disincentivare le cattive abitudini. Più nello specifico il razionale di questo esercizio è quello di cambiare le informazioni inserite all'interno del nostro database orbito frontale aggiornando il modo in cui poi percepiamo effettivamente la ricompensa di quel comportamento.
È come se tu ti domandassi “Che cosa ottengo veramente mettendo in atto la mia cattiva abitudine?”
Mettendo ripetutamente in campo questa routine del “cedi e presta attenzione” la prossima volta che dovrai valutare se andare in palestra o buttarti sul divano con la vaschetta di gelato e guardare serie TV, la tua mente richiamerà all’attenzione le sensazioni non positive precedentemente immagazzinate.

Questo sarà un ottimo freno allo svilupparsi della tua cattiva abitudine.
Una volta preparato il terreno con questa tecnica possiamo cercare di fare uno step in più.

Si tratta di coltivare un atteggiamento di curiosità, non giudicante, nei confronti della cattiva abitudine.

Ipotizziamo che tu abbia ceduto e prestato attenzione per qualche volta, iniziando così ad aggiornare le informazioni del nostro database, ora sei pronto a provare a non cedere e quello che ti suggerisco di fare è questo:

al comparire della nuova abitudine evita di entrare nel solito dibattito interiore dialogo sul che cosa devi o non devi fare MA fermati, fai un bel respiro e osserva le tue emozioni e le tue sensazioni.

Ad esempio, sei sdraiato sul divano mentre sta per iniziare la tua lezione di spinning oppure ti stai guardando la terza puntata di fila di una serie TV?

Ascolta le tue emozioni, come ti senti, cosa provi, cosa percepisci.

Mantenere in questo frangente un aspetto di curiosità non giudicante proprio come avviene nella meditazione è fondamentale.

Gli studi, infatti, ci mostrano che l'essere curiosi va a sfruttare gli stessi circuiti neuronali che si attivano per dare una ricompensa alle cattive abitudini e questo significa che nell'acquisire informazioni, noi percepiamo la stessa tipologia di gratificazione che solitamente segue il mettere a terra una cattiva abitudine.
La curiosità, perciò, è gratificante di per sé, e proprio questo motivo, se esegui correttamente più e più volte la routine che ti ho spiegato, è molto più facile che la voglia di cadere in quella cattiva abitudine gradualmente andrà scemando.
 
Cosa aspetti? PROVA!
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